Durante la giornata del
3 marzo 2021, la "Ventotto" 1847 si è resa partecipe e protagonista di riprese
cinematografiche dedicate a Carla Fracci, étoile milanese di fama internazionale. Le registrazioni
hanno avuto come set dapprima l'interno del deposito Baggio e, successivamente, piazza della
Scala, dove sorge l'omonimo teatro nel quale la stessa ballerina ha studiato ed ha visto l'inizio della
sua carriera. Le scene registrate, ambientate in quella piazza sapientemente riportata a fine anni '40
dello scorso secolo, rievocano la piccola Carla che si reca a trovare il papà tranviere.
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“Carla, vedrai,
è un posto bellissimo. È come un bosco.” “Un bosco!?” “Si un bosco
con tantissimi alberi. Alberi altissimi, con i rami che si intrecciano tra di loro come un soffitto.
E ci sono anche tanti ruscelletti che corrono un po' dappertutto.” “Ma dai papà! Ho nove
anni! Non prendermi in giro!” “Assolutamente no, ti dico che ci sono dei ruscelli che
luccicano d'argento quando il sole filtra tra i rami... chiudi gli occhi e vieni in spalla adesso. È
qui dietro l'angolo e dev'essere una sorpresa.” Carla non se lo fece dire due volte e saltò
in spalla a suo papà che si avviò subito. Era sottile e leggera come una piuma. “Non sbirciare,
eh?” Lei strinse ancora di più gli occhi e si appoggiò con la guancia sulla giacca ruvida
che le pizzicava il collo. Le piacevano le sorprese. E questa storia di boschi e ruscelli era troppo
strana anche per la sua fantasia. Sospirò. “Buongiorno Mario!” “Ciao Luigi!
Cosa ci fai qui (al deposito ATM di Ticinese, ndr) vestito della festa? Mica è il tuo turno!...Ah!
ma sei in compagnia! L'è la tò tusèta?” “Le ho promesso di farle vedere il deposito...
e con la scusa che dovevo consegnare delle carte sono venuto adesso che son tutti fuori e c'è poco
movimento... mi fermo cinque minuti...” Carla moriva dalla voglia di vedere che faccia avesse
quel signor Mario dal vocione grosso, ma non voleva disubbidire: era rimasta aggrappata tutto il tempo
alla schiena di suo padre senza fiatare e senza guardare. Non sapeva bene dove fossero finiti e si
sentiva strana, elettrica. I passi del suo papà risuonavano enormi nello spazio e facevano quasi
l'eco, il rumore che facevano le chiese grandi quando ci camminavi dentro. C'era un odore che
pizzicava il naso. Ruggine e polvere di solaio. Ad un certo punto i passi si fermarono. I suoi piedi
toccarono di nuovo terra. “Ecco, adesso puoi aprirli”. E così la vide. La foresta
del deposito di Porta Ticinese: un immenso spazio dove file di tronchi di cemento intrecciavano ad
arco i loro rami sulla sua testa. Il sole entrava dai vetri giallastri sul tetto, illuminando
l'intrico di scambi luccicanti che scorrevano ovunque tra i suoi piedi e in ogni angolo sul pavimento
del capannone. “Avevi ragione papà! È bellissimo!”, strillò Carla. E
felice cominciò a saltellare. Girava su se stessa, correva lungo le traversine, attenta a non
inciampare. Le saltava a grandi balzi, alzava le braccia e le muoveva come due girandole, guardava
in alto i lucernari e sorrideva buttando di qua e di là le gambe, tracciava delle strade tra i binari,
girava intorno ai pilastri. Quel posto magico le dava una gioia incontenibile. Era un po' come se
avesse trovato il cuore di quella città che si muoveva a ritmo fuori dai finestrini dei tram. ... dum
dum dum dum dum dum... Carla era così felice di quell'incredibile regalo che non si preoccupava
di nulla. Semplicemente ballava. Ballava e rideva. Non si accorse nemmeno che i meccanici dell'officina
la stavano guardando. “Uè Fracci! Và cume la bàla bén la tua Carla!” “L'è propi
fina, neh Lüis? La pàr nànca la tusa d'un tranvé... l'è na fioeula di sciuri!” “Se
la và innanz inscì, te vedarét che la va a balà a la Scala!”.
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Ora qualche notizia
sulla "Ventotto" protagonista delle riprese. La 1847, costruita dalla OM, è
stata consegnata ad ATM il 25 novembre 1929. La vettura, probabilmente nata già in livrea biverde,
ha mantenuto la sua colorazione originaria sino alla revisione del 1973. In tale occasione, la
vettura è stata dotata di pantografo, in luogo della "perteghetta", e di obliteratrice.
Ha prestato servizio passeggeri sino a inizio degli anni '90, quando è stata momentaneamente
accantonata. Nel 1995 è stata riportata alla sua livrea biverde e classificata come rotabile
storico. Attualmente è spesso impiegata per party o riprese pubblicitarie.
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