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BRACCIO DI FERRO TRA GTT E ATM, IN BILICO PER VELLEITA' MANAGERIALI
L'ex municipalizzata milanese vuole la supremazia sulla piemontese. Amministratori in contrasto.
Secondo il piano, torinesi e milanesi potrebbero usare i mezzi con un solo biglietto.


Testo tratto da "Epolis Torino" del 27 maggio 2008

Curioso cortocircuito destra-sinistra sulla fusione tra GTT di Torino e ATM di Milano. La vicenda parte dalle dichiarazioni dell'ad. dell'azienda piemontese Tommaso Panero, che ha espresso i suoi timori: "La fusione deve essere paritaria. Si frenino le voglie di annessione dell'ex municipalizzata milanese". Il presidente Giancarlo Guiati, come il suo collega milanese Elio Catania, hanno cercato pubblicamente la loro irritazione, ma dentro le rispettive aziende si sono fatti sentire. Ieri un nuovo attacco all'operazione, stavolta siglato centrodestra nonostante la Moratti sia la prima a volere la fusione. "Il matrimonio GTT e ATM? Ora anche il centrosinistra si rende conto dei rischi che correrrebbero Torino e il Piemonte" ha tuonato Ugo Cavallera, consigliere regionale di Forza Italia. "E' da quattro mesi - aggiunge - che chiediamo inutilmente a Giunta e maggioranza di venire a discutere del problema in sede di Commissione, anche con l'audizione dei vertici GTT e delle organizzazioni sindacali di settore, ma non abbiamo avuto risposte. Ho l'impressione che l'interesse concreto dei cittadini non sia in cima alle preoccupazioni di chi ha responsabilità amministrative. Sarà arduo realizzare un matrimonio paritario tra GTT e ATM. E' evidente che se l'azienda lombarda ha un fatturato superiore di circa il 50% rispetto a quella piemontese, il baricentro decisionale finirebbe per spostarsi a Milano". In realtà la fusione è già molto più sbilanciata verso Milano di quanto dica Cavallera. ATM fattura infatti 768 contro I 450 di Torino, con una differenziale del 68%. Ancora peggio vanno le cose guardando al sostegno pubblico. I milanesi di aiuti incassano infatti 169 mln pari al 22,3% contro 378 di Torino pari all'84%. ATM muove ogni giorno 2909 mezzi, Torino 1250 più la metro. Numeri che invece che metter paura ai torinesi, dovrebbero rallegrarli di aver trovato qualcuno disposto a far sinergie con GTT di modo che tra qualche anno non la si debba più finanziare così abbondantemente. Starà poi agli amministratori trovare una governance equa, ma Chiamparino difficilmente svenderà GTT.
Il capitolo sinergie è molto allettante. Si potrebbero comprare mezzi, carburante ed energia elettrica per i tram e le metropolitane, con un unico cliente così grande si dovrebbero strappare prezzi migliori. Cavallera chiede ai Comuni di valutare "l'oppurtunità di farsi gradualmente da parte, collocando sul mercato le quote azionarie". Il mercato vuole invece le azioni di un'azienda che già ha acquistato le tracce per un collegamento ferroviario privato tra Torino e Milano, i cui clienti potranno, con un unico biglietto, girare le due città. Di certo c'è che su questa operazione c'è stata poca chiarezza, che si è aggiunta alle polemiche che i sindacati hanno aizzato ad arte per difendere I privilegi dei propri iscritti, che assomigliano tanto a quelli di Alitalia. Basti pensare che sia GTT che ATM non possono assumere stranieri per guidare i propri mezzi, così stabilisce l'ultima Legge in materia che è un Regio decreto del 1931. Quella che potrebbe diventare la settima azienda di trasporto pubblico europeo, per queste regole e privilegi, più che per gli squilibri, potrebbe rimanere un sogno.

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