AISAF LECCE E IL MUSEO FERROVIARIO DELLA PUGLIA OVE SI INCONTRANO FSE ED FS
Testo e fotografie a cura di Alessio Pedretti

Sebbene sia poco noto rispetto a tante altre realtà museali ferroviarie italiane, complice anche la posizione non scomoda ma di fatto situata in fondo al Tacco d’Italia, Il Museo Ferroviario della Puglia è una realtà emergente che sotto sotto ha avuto uno sviluppo importante nell’ultimo decennio, grazie alla preservazione di rotabili interessanti, ad un sacco di reperti ferroviari conservati e soprattutto ad una “testa” che non vuole che un Museo sia una fredda realtà poco visitata, situazione evitata grazie ad una serie di numerose iniziative sia in termini di treni che di mostre ed avvenimenti importanti. Andiamo dunque a scoprire il Museo situato a pochi passi dalla Stazione RFI di Lecce, là dove si incontrano le FS Ferrovie dello Stato – RFI e Trenitalia con la più grande rete ferroviaria concessa in Italia ovvero le FSE Ferrovie del Sud Est pugliesi.

COME NASCE IL MUSEO E CHI E’ AISAF

Nell’ormai quasi lontano 1989 presso il DLF Dopo Lavoro Ferroviario di Lecce si costituiva un gruppo di appassionati di ferrovie reali  e modellismo, con lo scopo di diffondere “cultura ferroviaria” attraverso mostre, manifestazioni, esposizioni di modelli ed effettuazione di treni storici. Nel 1997, maturando nel frattempo una certa esperienza nel settore, da quel gruppo nasceva AISAF Onlus ovvero Associazione Ionico Salentina Amici Ferrovie, ente regolarmente iscritto all’Albo Regionale delle Organizzazioni non lucrative di utilità sociale del Ministero delle Finanze. A partire dall’anno successivo tale realtà inizia a recuperare i rotabili più significativi ancora presenti sul territorio regionale dando comunque equa importanza sia alla preservazione di rotabili storici delle FS Ferrovie dello Stato sia di quelli delle locali FSE Ferrovie del Sud-Est, iniziando via via ad ospitare i rotabili presso la locale Squadra Rialzo di Lecce, nel frattempo dismessa da FS nel 1992.
Il Museo inizia via via ad acquisire fama e successo grazie anche ad eventi particolari come ad esempio l’aver ospitato un concerto di Claudio Baglioni nell’anno 2004 o alle sfilate di moda del Novembre 2013, o ancora grazie all’organizzazione di stupende visite organizzate “in costume d’epoca” ogni ultima Domenica del Mese ove alcuni bravi attori di una compagnia teatrale locale interpretano i personaggi che hanno fatto e stanno facendo la storia della ferrovia come Capi Treno, Capi Stazione Fuochisti e tanti altri, arrivando sino a rievocare un carcerato chiuso nella Carrozza Cellulare o eleganti signore degli anni cinquanta del secolo scorso. Con gran successo nell’anno
2007 il Comune di Lecce faceva propri i Capannoni della SR ex FS e nell’anno 2010 è stata invece redatta una Convenzione in cui la struttura viene affidata dal Comune ad AISAF Onlus per la gestione ed organizzazione del Museo Ferroviario della Puglia.


L’accesso stradale del Museo Ferroviario della Puglia, da Via Codacci Pisanelli

LA STRUTTURA E I ROTABILI

La Squadra Rialzo di Lecce, presso la quale è ospitato il Museo, è stata dismessa nel Febbraio 1992 in seguito alla decisione di spostare la stessa presso il nuovo Scalo ferroviario di Lecce Surbo, tuttavia la storia di tale struttura è ben più antica: la ferrovia arriva a Lecce il 15 Gennaio 1866 ed in un primo momento esisteva in loco un capannone per la Manutenzione, successivamente solo nel 1932 venne realizzata parte dell’attuale struttura, mentre la parte coperta con capriate metalliche è stata realizzata negli Anni Settanta dello stesso secolo, andando a coprire binari precedentemente esistenti e scoperti. In particolare il Museo verte su una serie di Sale Espositive, un capannone coperto in muratura, un capannone coperto con capriate metalliche ed un piazzale esterno raccordato alla Stazione RFI lato FSE per Zollino.
L’accesso avviene nella Sala 1 ove avviene l’Accoglienza con tanto di panche originali recuperati in Stazioni salentine, ambiente nel quale è presente anche il BookShop ove per l’accesso al Museo si acquista un vero e proprio titolo di viaggio che viene addirittura punzonato, non mancano inoltre modellini esposti e fotografie storiche, successivamente si passa nella Sala 2 dedicata all’Armamento con esposizione di Cimeli Storici e di un tratto di binario ferroviario con tanto di massicciata; alla Sala 3 trovano spazio il Segnalamento e Movimento ferroviario con tanto di segnali accessi ed azionabili mentre in un angoletto della Sala 4/5 viene presentata la Cabina ACE della Stazione di Zollino FSE, dismessa nel 2007 in seguito all’installazione in loco di un più moderno ACEI. Proseguendo nella Sala 5 (alcune immagini di queste Sale sono osservabili nell’immagine “collage” allegata) è possibile osservare un imponente Plastico Ferroviario riproducente il viadotto delle FS sulla Gravina di Castellaneta (TA), impianto il quale una volta conclusosi dovrebbe avere una lunghezza di ben 14 metri!

La piantina interna con la disposizione dei rotabili, per la gran parte non corrispondente al vero,

essendo giunte alcune novità ed avendo effettuato alcuni spostamenti

 

I rotabili ferroviari veri e propri invece vengono esposti sia al coperto che allo scoperto: tra locomotive a vapore, loco diesel da manovra, locomotori elettrici, automotrici diesel, carrozze, carri e bagagliai il Museo Ferroviario della Puglia è arrivato a curare e mantenere almeno 31 rotabili storici di vario genere recuperati tra il 1997 ed il 2011 anche se tale attività continua a proseguire senza sosta anche durante questi ultimi anni. Tra 2 Locomotive a vapore, 1 Locomotore elettrico, 2 Locomotive diesel, 3 Locomotori da manovra, 2 Automotrici diesel, 2 Bagagliai, 5 Carrozze passeggeri ed almeno 8 Carri merci di vario genere, possiamo incontrare in dettaglio i seguenti “elementi”:

- Locomotiva a vapore 835 244, costr. OMN Napoli del 1911, di FS Ferrovie dello Stato
- Locomotiva a vapore 905 043, costr. Breda del 1911, di FS Ferrovie dello Stato
- Locomotore elettrico E 626 033, costr. OM-CGE del 1932, di FS Ferrovie dello Stato
- Motrice Diesel BB 159, costr. Reggiane-Marelli del 1959, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari (affidata ad AISAF Lecce)
- Motrice Diesel DE 169, costr. Fiat-Breda del 1967/70, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari (già ex D 343 1039 di FS Ferrovie dello Stato)
- Locomotore Diesel da Manovra B103, costr. Greco-Deutz del 1958, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari (affidata ad AISAF Lecce)
- Locomotore Diesel da Manovra 207 023, costr. Badoni del 1934, di FS Ferrovie dello Stato
- Locomotore Diesel da Manovra 216 0042, costr. Badoni del 1934, di FS Ferrovie dello Stato
- Locomotore Elettrico da Manovra E 323 105 + E 324 105, costr. TIBB del 1966, di FS Ferrovie dello Stato
- Locomotori Diesel da Manovra Badoni e Greco-Deutz, costr. del 1962 e 1956 rispettivamente, di Manifattura Tabacchi Lecce
- Automotrice diesel Ad 06, costr. MAN-OMS Stanga del 1940, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari
- Automotrice diesel Ad 72, costr. Breda-IMAM-Aerfer del 1959, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari
- Carrozza a due assi C 151, costr. Piaggio del 1925. di FSE Ferrovie del Sud Est Bari
- Carrozze a carrelli Centoporte Bz 36111 e Bz 36484, costr. del 1931 e 1933
- Carrozza a carrelli Bz 614, costr. Breda del 1947, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari
- Carrozza Cellulare Kz 48622, costr. del 1954, di FS Ferrovie dello Stato
- Bagagliaio Riscaldatore Vdrz 809 251, costr. Breda del 1942, di FS Ferrovie dello Stato
- Bagagliaio a due assi per treni merci Dm 98921, costr. Cantieri Monfalcone del 1932, di FS Ferrovie dello Stato
- Carro Merci chiuso FI 402, costr. in Belgio del 1900, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari
- Carro Merci aperto L4000, costr. in Italia del 1915, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari
- Carro Merci pianale P6121, costr. in Belgio del 1900, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari
- Carro Cisterna M 976642, costr. Breda del 1917, di FS Ferrovie dello Stato
- Carro Cisterna Trasporto Vini 5000, costr. Reggiane del 1911, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari

In particolare le Carrozze Centoporte (Bz 36111 e Bz 36484) ospitano una Mostra permanente con spazi espositivi occupati da cimeli, fotografie storiche, diorami di ogni genere ed anche di paesi esteri. E poi si scappa in Svizzera per vedere certe cose!

Le foto sono tutte del 27 aprile 2014.
 

Per le piccole taglie ci pensa a farsi notare un locomotore realizzato dalla lecchese Badoni nel 1962, validissimo per raccordi industriali di vario genere e costruito in almeno 36 esemplari. Di questo genere in Puglia hanno circolato almeno tre esemplari tra cui due acquistati dai Monopoli di Stato a Lecce ed uno dalla Dalmine di Taranto. La 5169 appartiene al tipo V L ed è dotato dello stesso motore dell’Autocarro OM Lupetto dalla potenza di 41 kW. Sullo sfondo un carro chiuso in restauro appartenuto anch’esso alla Manifattura Tabacchi di Lecce, recentemente riportato ad una livrea più consona.

Se ne parla sempre poco ed a ben vedere non sono stati pochi anche se non hanno mai avuto il successo che si sperava: stiamo parlando dei locomotori elettrici da manovra dei gruppi 321-322-323-324 ovvero le “titolari single o col cane”. La E 323 105 ha il suo consueto “cane” E 324 105 osservabile sullo sfondo a sinistra, si tratta di una macchina realizzata nel 1966 dal TIBB ed in Puglia tali macchine hanno prestato servizio sicuramente a Bari e Foggia. Ormai non più necessarie a seguito della diminuzione delle manovre, hanno lasciato il campo libero alla non tanto più giovani 245 da manovra.

Le locomotive del Gruppo 905 vennero consegnate tra il 1908 ed il 1912 dalla Maffei di Monaco e dalla Breda di Milano: è stata realizzata proprio da quest’ultimo costruttore la 905 043 preservata da AISAF Lecce presso il Museo, dovrebbe essere una delle due sole macchine di questo gruppo giunte sino a noi, insieme alla 905 032 preservata presso il Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa, macchina incontrata nello scorso Novembre 2013. Le 905 avevano una velocità massima di 70 km/h ed essendo tra l’altro dotate del famoso carrello Zara ero state ideate per i treni omnibus ed accelerati su linee con forti pendenze. La nostra 043 ha operato in Lazio, Abruzzo e Molise sino poi ad arrivare a trascorrere definitivamente una beata pensione a Lecce.

Le 835 risultano essere tra le macchine più numerose e longeve del parco trazione a vapore delle Ferrovie dello Stato, vennero realizzate in ben 370 esemplari dal 1906 al 1922 grazie a ben cinque costruttori differenti. L’esemplare 244 preservato a Lecce è una delle unità realizzate dalle Officine Meccaniche di Napoli nel 1911, ha avuto una vita allegra e felice sino al 1978 dopo aver trascorso anni ed anni presso il DL di Taranto. A tutt’oggi, compresa quella in immagine, si contano ancora ben 58 locomotive di tale gruppo preservate in qualche modo tra monumentate e realtà museali di vario genere e forma, sinora siamo riusciti a documentarne almeno 11 esemplari.

Un locomotore da manovra di tale genere poteva sviluppare 120 kW con un peso di 21 tonnellate, stiamo parlando del 216 0042, appartenente ad una famiglia di 55 esemplari realizzati per le FS tra il 1965 ed il 1967 dalle Officine Badoni di Lecco e non solo. Dopo aver svolto servizio per anni per il DL di Taranto, il mezzo è stato recuperato nell’anno 1999 e restaurato ad opera dei soci della locale sezione AISAF tarantina. Tale rotabile venne realizzato dalla Sicula Metalmeccanica di Palermo, azienda che non ha poi realizzato un così gran numero di rotabili ferroviari. Da ricordare che in passato dello stesso gruppo abbiamo incontrato il solo esemplare 0022 a Rimini nel Giugno 2005.

La locomotiva elettrica E 626 033, conservata in condizioni non eccellenti è stata realizzata nel 1932 da OM per la parte meccanica e CGE per la parte elettrica, apparteneva alla 2° serie ma a seguito di danni bellici venne ricostruita come una 4° serie, negli ultimi anni di esercizio questa macchina era affidata al DL di Foggia, bisogna poi ricordare che a Taranto per motivi analoghi è stata preservata come atta al servizio la gemella E 626 185 utilizzata per treni storici da parte di ATSP Associazione Treni Storici Puglia. Da ricordare che vennero realizzate 405 macchine di questo genere, pioniere della trazione elettrica a corrente continua in Italia.

L’automotrice diesel Ad 72 è uno degli ultimi “acquisti” da parte del Museo Ferroviario della Puglia, è stata infatti ricoverata nel capannone solo il 10 Luglio 2013 ed è la prima unità del suo importante gruppo ad esser stata preservata, tra l’altro in condizioni abbastanza originali essendo dotata ancora di interni d’origine e finestrini non modificati. Realizzata nel 1959 c.ca e facente parte di una flotta di 30 esemplari di cui alcuni ancora in attività (come vedremo poi), tale automotrice è stata trasferita da Bari Sud Est grazie all’ausilio di un locomotore DE 422 IMPA, la stessa unità presenta inoltre anche un ulteriore aspetto storico ovvero è proprio la stessa macchina che nel Gennaio 1987 inaugurò il raddoppio della tratta Bari Sud Est – Bari Mungivacca.

L’automotrice Ad 06 è l’ultima sopravvissuta di un gruppo di 10 macchine di cui 6 originali d’anteguerra e 4 realizzate negli anni successivi. La nostra è stata realizzata nel 1939 dalle Officine Meccaniche della Stanga su motorizzazione MAN ed è rimasta in attività come ultimo esemplare sino all’anno 1997. Da notare la presenza dell’unico vestibolo paracentrale e della livrea storica ripristinata visto che la stessa, come d’altronde le altre, negli ultimi tempi di esercizio aveva ereditato la livrea tipica italiana delle automotrici ovvero bianco-azzurra con filetto rosso, tipica dei tempi d’oro delle “seiseiotto” di FS.

Il locomotore B103 è l’ultimo di 5 esemplari (B101/B105) consegnati ad FSE nel 1958 dall’accoppiata Greco e Deutz, macchine molto simili alla serie 225 7050 delle Ferrovie dello Stato. Tali locomotori vennero utilizzati anche per manovra, brevi treni merci e treni cantiere ed a partire dall’anno 2010 la nostra B103 è stata ufficialmente affidata ad AISAF per l’esposizione nel Museo dopo aver lavorato per anni e anni presso l’impianto di Bari Sud-Est, luogo ove ora le manovre in Officina e verso il Deposito sono affidate a un piccolo locomotore diesel quasi storico potremmo dire, come vedremo poi.

Un' altra piccola novità riguardante il Museo pugliese: in uno dei binari è attualmente in lavorazione il locomotore diesel DE 169 FSE il quale non è altro che l’ex locomotore D 343 1039 di FS Trenitalia, ceduto diversi anni or sono direttamente alle FSE dopo credo un periodo di noleggio. Entrato nel Museo a metà Marzo 2014, attualmente è in corso una lavorazione che dovrebbe riportare il rotabile nella livrea storica FS visto che lo stesso sembra essere destinato ad effettuare Treni Storici su Martina Franca o comunque nel Compartimento FSE di Bari.

L’automotore da manovra 207 023 è una delle 55 macchine realizzate tra il 1931 ed il 1935 dalla solita Badoni di Lecco, confluite nel gruppo 207 di Ferrovie dello Stato. Costruito nel 1935 ed originariamente denominato FS 4123, ha lavorato in vari scali pugliesi ed in ultimo si è impegnato n manovre all’interno delle Officine Trenitalia di Foggia, dalla quale è stato recuperato nell’anno 2002. Una volta rimesso in marcia ha svolto lo stesso compito nel ben più modesto piazzale del Museo sino all’anno 2007 dopodiché ha lasciato il compito ad un automotore della Greco preservato ed ereditato dal raccordo con la Manifattura Tabacchi di Lecce.

AISAF LECCE: IL MUSEO FERROVIARIO DELLA PUGLIA,
LE CARROZZE E IL TRENO DEL SALENTO...

Testo e fotografie a cura di Alessio Pedretti

Per definizione nel piccolo ma ben variegato mondo di FSE Ferrovie del Sud Est, esiste un “Treno del Salento” ovvero una sorta di composizione storica che viene impegnata per appuntamenti e treni storici di vario genere, i quali vengono fissati sul calendario ormai quasi con una cadenza mensile, tra l’altro non venendo di certo disdegnati dal pubblico interessato ad aventi di questo genere che uniscono un avventuroso viaggio su carrozze con terrazzini a visite di piccole perle e peculiarità del Salento, sia sotto forma artistica che sotto forma culinaria, ovvero un semplice strumento originale ed alternativo per conoscere il territorio del Salento, le sue tradizioni, le sue peculiarità culturali ed ambientali ed anche uno strumento didattico per avvicinare le nuove generazioni al mondo della ferrovia. Il treno impegnato in questi appuntamenti è solitamente composto da un locomotore serie BB in livrea storica o quasi, nello specifico trattasi del locomotori BB 159 e 162 in livrea storica anche se solo il secondo risulta essere affidato direttamente ad AISAF Lecce mentre il primo resta in forza ad FSE sebbene sia destinato prevalentemente a questo tipo di attività. A seguire una serie di carrozze in parte già descritte nell’elenco della 1° parte del messaggio tra cui la Bz 614 del 1947, la AC 151 del 1925, i bagagliai Du 950 e Du 951 del 1937 (utilizzati anche per il convenientemente offerto servizio Trasporto Bici) od eventualmente il carro chiuso F1402.
Nella fattispecie in occasione del nostro soggiorno salentino abbiamo potuto osservare il rientro nel capoluogo, seppur all’imbrunire, del convoglio storico utilizzato per l’iniziativa
“Rotolando in Terra d’Otranto” del giorno Sabato 26 Aprile 2014, il quale risultava esser composto dai seguenti rotabili:

- Motrice Diesel BB 160, costr. Reggiane-Marelli del 1959, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari (soccorso)
- Motrice Diesel
BB 159, costr. Reggiane-Marelli del 1959, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari
- Carrozza a due assi
CT 454, costr. Grondona & Comi del 1903, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari, già ex Carrozza Refettorio V8225
- Carrozza a carrelli
ABz 765, costr. Carminati & Toselli del 1936 di FSE Ferrovie del Sud Est Bari
- Bagagliaio a due assi
Du 950, costr. OMS Stanga del 1937, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari
- Bagagliaio a due assi
Du 951, costr. OMS Stanga del 1937, di FSE Ferrovie del Sud Est Bari

La presenza della doppia locomotiva in testa al treno durante il rientro è presto spiegata, avendone scoperto la spiegazione nei giorni successivi in occasione della visita del comparto FSE di Bari: a quanto pare il locomotore BB 159 durante tale evento ha avuto un piccolo problema tecnico con relativo modesto piccolo principio d’incendio per cui in soccorso deve esser stato inviato meticolosamente e di supporto il locomotore gemello BB 160 in livrea “grigio perla e blu orientale”.

Proseguiamo con la disamina delle immagini del Museo, posto e premesso che seguiranno appositi messaggi invece riguardanti mondo FSE Ferrovie del Sud Est Bari.

Le fotografie sono tutte del 26 e 27 aprile 2014.
 

La composizione del Salento Express di rientro la sera a Lecce RFI ed impegnata in giornata nel Treno Speciale “Rotolando in Terra d’Otranto” in arrivo da Otranto è curiosamente trainata da ben due locomotori ed andremo presto a scoprire il perché: a causa di un piccolo problemino tecnico e di un quasi mezzo principio di incendio, il locomotore BB 159 in livrea verde vagone è stato sussidiato dal gemello BB 160 in livrea “grigio perla e blu orientale” analoga ad alcune macchine delle stesse FSE e di FS Trenitalia nel periodo degli anni Ottanta. L’iniziativa “Rotolando in Terra d’Otrando” prevede ben felicemente almeno 9 treni speciali da Settembre 2013 a Giugno 2014, davvero tanti complimenti per l’idea, d’altronde il pubblico non manca!

La composizione del Treno del Salento, impegnata in un treno speciale nella giornata di Sabato 26 Aprile 2014, prevedeva la presenza della carrozza ABz 765 la quale rappresenta una pietra miliare del parco rimorchiato di FSE Ferrovie del Sud Est Bari che andremo poi ad analizzare per bene in successivi messaggi. Nel Maggio 1936 vennero immesse in servizio 18 nuove vetture a carrelli realizzate dalla Carminati & Toselli di Milano, ulteriori 12 vetture vennero realizzate dalla Breda nel 1947. Oltremodo note come “le Carminati”, tali vetture sono un tratto caratteristico di questa rete concessa anche se ormai definitivamente radiate. O quasi visto che la nostra in oggetto è stata perfettamente preservata con i colori originali degli anni sessanta, quindi nè gli originali, nè quelli adottati in ultimo.

La coppia di Bagagliai Du 950 e Du 951 venne realizzata nel 1937 dalle OMS Officine Meccaniche della Stanga di Padova, le incontriamo inserite nel Treno Speciale del 26 Aprile 2014 e doverosamente utilizzate dai cicloamatori della zona. Presentano oltre al vano bagagli anche un ufficio per il Capotreno con vedetta ed un vano per l’agente postale, il Du 950 presenta una colorazione tipo FS Castano Isabella mentre il Du 951 si presenta invece con una colorazione in verde vagone adottata poi successivamente, per concludere poi la carriere in bianco e blu come alcune Carminati.

Un’interessante accoppiata: la carrozza AC 151 di 1° e 3° Classe venne realizzata nel 1925 dalle Officine Piaggio di Genova per le AFS Ferrovie Salentine le quali poi solo successivamente confluiranno nella grande rete di FSE Ferrovie del Sud Est Bari, originariamente la vettura era dotata di terrazzini successivamente poi chiusi, la carrozza si è salvata essendo stata utilizzata come Dinamometrica V 8501 del Servizio Lavori FSE a partire sin dal 1955. In secondo piano è possibile osservare un’altra “Carminati” ovvero la Bz 614 rientrante nel secondo gruppo di vetture realizzate per FSE ovvero le Breda del 1947. In questo caso, a differenza della consimile ABz 765, la vettura è stata riportata in livrea originale ed alle condizioni precedenti all’anno 1956 quando venne elevata al rango di vettura di 2° classe.

Il Carro Bagagliaio Riscaldatore Vdrz 809 251 è stato realizzato nel 1942 dalla Breda tuttavia i primi carri riscaldatori in ferrovia risalgono già al 1907/08 ed il loro compito era sussidiare il riscaldamento per il treno prodotto dalla locomotiva mentre negli ultimi tempi vennero utilizzati anche per riscaldare le vecchie carrozze dotate di impianto di riscaldamento a vapore in particolar modo quando venivano accoppiate a locomotive elettriche e diesel. Originariamente dotato di caldaia a carbone, nel 1966 venne trasformato con alimentazione a gasolio, all’interno è presente anche una ritirata e vi sono serbatoi capaci di contenere 8300 litri d’acqua e 1250 litri di gasolio.

La carrozza Cellulare K 48622 aveva un compito del tutto particolare essendo destinata al trasporto di detenuti. Poteva accogliere 45 detenuti in 9 celle (al tempo, figuriamoci ora ove vengono tutelati i carcerati e non i padri di famiglia..) mentre era dotata di 2 ritirate e 9 posti per la Scorta, non manca persino una cella con pareti imbottite per detenuti epilettici. Realizzate in 23 esemplari nel 1954 come ultimo gruppo di carrozze Cellulari, la nostra è protagonista di una simpatica situazione in cui, un apposito partecipante di una compagnia teatrale, durante le visite organizzate nell’ultima Domenica del mese finge di essere detenuto in una cella e spaventa i numerosi visitatori del Museo, un successo garantito!.

Le carrozze Bz 36111 e Bz 36484 sono ricoverate all’interno del capannone con capriate (la parte dell’area coperta solo negli anni Settanta del secolo scorso) ed all’interno della quale è stata allestita una mostra con cimeli, diorami e modellini di qualsiasi epoca e nazione. Inutile spiegare la storia di un rotabile che ha fatto la storia della ferrovia in Italia, ovvero le classiche Centoporte realizzate in oltre 1300 esemplari, è interessante citare invece il fatto che tali due rotabili in passato appartenevano al Treno Ospedale numero 5 della CRI Croce Rossa Italiana, di stanza a Bari.

Concludiamo in fine con una carrozza a terrazzini di 3° classe, si tratta della CT 454 recuperata e rimessa in attività solo nello scorso Novembre 2013, trasformata in passato come Carrozza Refettorio V8225 per gli operai di FSE Ferrovie del Sud, le cui panche risultano essere ancora quelle montate in occasione della probabile trasformazione di Carrozza Refettorio. La vettura è stata realizzata dalla Grondona & Comi nel 1903 e pertanto risulta essere ultracentenaria e probabilmente al tempo stesso è anche una delle più vecchie carrozze passeggeri presenti, preservate ma soprattutto ancora atte sull’intero territorio nazionale.

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