L'AUTOBUS
AD IDROGENO AD EMISSIONI ZERO DI GTT MATRICOLA H001
(SPERIMENTAZIONE
PROGETTO: 1999-2007 - IMMATRICOLAZIONE: 2004) Pagina a cura di Christian Bizzi per TPLITALIA.IT su dati forniti da Gruppo Torinese Trasporti S.p.A (Luglio 2014) Fotografie di Alberto Schilirò, Chandu Belletti, Christian Bizzi e Luca Giannitti
Era il mese di febbraio
del 1999 quando la Città
di Torino avviò il progetto "AUTOBUS
A IDROGENO". Nello stesso anno,
a novembre,
il Ministero dell'Ambiente
approvò il progetto e venne dato il via all'Associazione
Temporanea di Imprese (ATI) che si
sarebbe occupata della realizzazione dell'intero progetto. L'ATI
era rappresentata dalle seguenti sei
società: - Gruppo Torinese Trasporti S.p.A.
(ATM all'avvio del progetto): nato il 1° gennaio
2003 dalla fusione di ATM e SATTI, che gestisce i servizi di trasporto locale
urbano e suburbano, è il soggetto mandatario che gestisce il controllo del
progetto. Curerà con gli altri partner i necessari rapporti con l'autorità di
controllo, col Ministero dei Trasporti e con gli uffici dell'UE per definire la
specifica normativa cui attenersi per l'esercizio in linea del prototipo e della
successiva serie di autobus alimentati a fuel cells. - Irisbus Italia S.p.A.:nata dalla fusione tra i
settori autobus di Iveco e Renault V.I., è tra i maggiori produttori di autobus
nel mondo. Realizza l'autobus, derivandolo dal CityClass CNG, su cui installa la
cella a combustibile, il sistema di bombole di idrogeno e la catena cinematica
elettrica. Irisbus dispone del sistema completo di fuel cell grazie ad un
accordo di sviluppo con la società americana IFC, International Fuel Cells, una
divisione della United Technologies Corporation. IFC è il maggior produttore
mondiale di celle a combustibile. Irisbus si avvarrà dell'esperienza del Centro
Ricerche Fiat per la realizzazione del sistema di controllo e gestione
veicolo. - Gruppo Sapio: uno dei marchi più importanti nel
settore della produzione dei gas tecnici e medicinali, è il maggior produttore
italiano di idrogeno per uso industriale, opera in partnership con la
multinazionale Air Products, una delle principali aziende mondiali del settore.
Progetta e realizza tutta l'impiantistica, a bordo bus, riguardante lo
stoccaggio e la distribuzione dell'idrogeno e progetta e realizza la stazione di
rifornimento (con produzione di idrogeno per via elettrolitica) del bus, da
installare presso il deposito dell'GTT. Predispone e coordina, insieme con GTT,
gli studi per l'analisi di rischio e la costruzione del piano relativo alla
sicurezza. - CVA - Compagnia Valdostana delle Acque S.p.A.:società
della Regione Valle d'Aosta, proprietaria delle centrali idroelettriche e
produttrice di energia elettrica da fonti rinnovabili, necessaria alla
produzione dell'idrogeno. L'energia elettrica prodotta in Valle d'Aosta con
impianti ad Acqua fluente, e cioè con emissione zero, garantisce un impatto
ambientale nullo per tutto il ciclo produttivo. - ENEA - Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e
l'Ambiente:ente pubblico che opera nei campi della ricerca e dell'innovazione
per lo sviluppo sostenibile. Offre le strutture di ricerca e il proprio
personale per l'analisi preliminare e la valutazione dell'efficienza energetica
ed ambientale del progetto, in particolare dell'intero ciclo di vita
dell'impianto di produzione dell'idrogeno. - ANSALDO Ricerche S.r.l.: società del gruppo IRITEC,
che progetta e realizza prodotti e tecnologie nei settori dei trasporti e
dell'energia. Garantisce la disponibilità ad eseguire la progettazione e la
realizzazione degli azionamenti e della catena energetica di potenza. Il
Partner finanziatore dell'intero progetto fu il Ministero
dell'Ambiente mentre Centro Ricerche Fiat, IFC e TUV erano presenti come partner
nella realizzazione. Si arriva nei primi mesi del 2001 quando il veicolo
prende forma: viene allestito un autobus urbano a 2 assi CityClass
dell'Iveco (mod.
Irisbus 491FCY.12 CityClass Fuel Cell) classe I. L'autobus
è dotato di una pila a combustibile fuel cell, un sistema a
trazione elettrica e l'impianto per contenere l'idrogeno allo stato gassoso in
pressione. La presentazione ufficiale è a Torino il 5 maggio 2001,
mentre nei mesi successivi viene presentato a Londra al salone
UITP e nuovamente a Torino per la "Giornata
mondiale dell'Ambiente" al Lingotto nel corso di Ecoefficiency 2001. Il
15 febbraio del 2002 l'autobus a idrogeno inizia le prove
sulla pista del Centro Ricerche Fiat di Orbassano e, in 3
anni, percorrerà ufficialmente 5.000 km, di cui 500 su pavè.
Oltre alle prove su pista non sono mancate sperimentazioni e collaudi
di vario tipo al fine di superare tutti i test necessari per
permettere l'omologazione del veicolo e la successiva immatricolazione
del prototipo. Ricordiamo che è stato il primo autobus con alimentazione
ibrida (cioè che funziona senza un utilizzo diretto dell'energia
prodotta dalla cella a combustibile, ma attraverso un motore elettrico
alimentato dagli accumulatori della fuel cell) ad essere sperimentato
in Italia, pertanto è stato necessario definire e superare una serie
di aspetti giuridici e normativi per la circolazione del veicolo
su strada. Dopo alcune verifiche con il TUV,
l'ente di sicurezza tedesco, si è lavorato in stretto coordinamento con
i soggetti titolari a rilasciare le necessarie autorizzazioni: il Ministero
dell'Ambiente, dei Trasporti (circolazione stradale e trasporti pubblici), degli
Interni (Vigili del Fuoco e sicurezza antincendi) e della Sanità (ISPESL,
impianti e serbatoi in pressione) e il Politecnico di Torino. Con questi Enti
è stata poi firmata una convenzione per definire criteri e standard di sicurezza
e di omologazione. L'omologazione dell'autobus a idrogeno è stata raggiunta dopo
l'approvazione di una normativa che è particolarmente importante poichè
costituisce un insieme di regole di utilità generale per il futuro uso
industriale degli autobus a idrogeno. L'idrogeno si ossida a bassa temperatura con l'ossigeno
dell'aria, producendo energia elettrica, calore e acqua: il risultato è ZERO
EMISSIONI! Le batterie utilizzate sono a "sale da cucina", perchè contengono
sodio, nichel e cloro, e non sono nocive per l'ambiente. Per rifornire
l'autobus fu progettata una stazione appositamente attrezzata presso il comprensorio
GTT del Gerbido, in Via Gorini (To), dove già da tempo era in funzione il rifornimento di metano per
gli autobus GTT e per i veicoli privati. Anche per la stazione sono state necessarie
specifiche autorizzazioni, tenendo conto del fatto che l'impianto avrebbe dovuto
provvedere in
futuro non soltanto alla distribuzione ma anche alla produzione stessa
dell'idrogeno. Purtroppo il progetto si concluse e l'impianto venne prima abbandonato
e poi smantellato per lasciare spazio alla costruzione dell'attuale
impianto di termovalorizzazione dei rifiuti della Città di Torino. Seguono
3 fotografie dell'impianto scattate nell'agosto del 2005 con il veicolo durante le operazioni di rifornimento:
E altre 5 fotografie scattate nel giugno 2007 che riprendono l'impianto nel dettaglio:
L'autobus a ZERO EMISSIONI aveva un'autonomia di 12 ore e poteva sviluppare una velocità massima di 62
km orari, trasportando 21 passeggeri seduti e 51 in piedi, con un posto
riservato alla carrozzella per disabili (per 73 posti complessivi). Il costo complessivo del progetto è
stato di 6 milioni e 559 mila €: i finanziamenti sono stati per un terzo pubblici e
per due terzi privati. Il Ministero dell'Ambiente ha contribuito con 1.549.370
€, la Regione Piemonte con 487.253 € mentre la restante parte di 4.500.000 € è
stata a carico dei privati che hanno composto l'Associazione temporanea di
imprese. Si arriva così al 10 gennaio del 2005, quando l'autobus
iniziò la sperimentazione su strada senza passeggeri che si concluse
nel mese di giugno del 2005. Per quattro giorni a settimana
sono stati eseguiti tre diversi percorsi in Torino per complessivi
75 km/giorno, mentre il quinto giorno è stato interamente dedicato
alla manutenzione. In totale sono stati percorsi più di 5.000
km su percorsi urbani. A sperimentazione conclusa si ipotizzò
l'inserimento in servizio di linea con passeggeri, ma sempre a titolo
sperimentale. I mesi di prova hanno permesso di giungere a delle
conclusioni e di valutare i costi di gestione del veicolo:
costi troppo elevati rispetto al gasolio per autotrazione, infatti
i costi al chilometro dell'epoca erano di 1,35 €
per l'idrogeno contro lo 0,35 € del gasolio. Il problema
immediato da risolvere fu proprio l'abbattimento dei costi dell'energia
e di sperimentare anche dei sistemi più adeguati per la gestione
della manutenzione del veicolo. L'idea dell'epoca era quella di
inserire una piccola flotta di autobus nell'esercizio ordinario
a partire dall'anno 2010, ma i finanziamenti probabilmente
sono venuti a mancare, quindi il progetto si concluse poco tempo
dopo. Durante i giochi olimpici
invernali di Torino (febbraio 2006) l'autobus ha
effettuato regolare servizio di linea per le vie del centro
cittadino. Per la prima volta in assoluto i passeggeri sono potuti salire su
un autobus ad idrogeno italiano. Segue una breve carrellata
di fotografie scattate dal 2002 al 2006. Da notare nella prime cinque
fotografie
la prima livrea esterna dell'autobus, successivamente modificata
con colori più risaltanti.
Modello: Irisbus 491FCY.12 CityClass Fuel Cell - Classe: I - Lunghezza: 11.995 mm - Anno immatricolazione: 2004
LE CARATTERISTICHE
TECNICHE DEL VEICOLO
Autobus:
urbano a 2 assi (classe I) Modello:
Irisbus 491FCY.12 CityClass Fuel Cell Matricola GTT: H001
Anno immatricolazione:
2004 Termine sperimentazione: 2007 Stabilimento
di produzione: Iveco Irisbus di Valle Ufita (Av) Lunghezza
veicolo: 11.995 mm Larghezza:
2.500 mm Altezza: 3.300 mm Passo:
6.050 mm Sbalzo anteriore: 2.565
mm Sbalzo posteriore: 3.380 mm Carreggiata
anteriore: 2.092 mm Carreggiata posteriore:
1.886 mm Massa complessiva: 19.000 kg Tara
(compreso conducente): 14.000 kg Altezza minima pavimento:
320 mm Altezza massima pavimento: 340
mm Colorazione esterna: bolle blu su sfondo verde con
allestimento esterno e interno personalizzato Velocità massima:
62 km/h Raggio minimo di curvatura:
8.970 mm Porte rototraslanti: 3 (a
comando elettrico) Capacità posti per passeggeri: posti
a sedere 21 - posti in piedi 50 - posti di servizio 1 - posti carrozzella
1 - posti totali 73 Motorizzazione: motore elettrico di
trazione Ansaldo in corrente alternata, asincrono trifase con rotore
in corto, alimentato alla tensione nominale di 470 V, con potenza
continuativa di 120 kW, raffreddato a liquido Potezna massima
(a 1.500 g/min): 164 kW Coppia massima
(a 600 g/min): 1.200 Nm Batterie: tensione nominale
576 V - batterie Zebra alloggiate in 4 cassoni autoportanti posizionati
sull'autotelaio (3 lateralmente tra gli assi ruote e 1 sullo
sbalzo posteriore) Fuel cell: tecnologia IFC - International
Fuel Cell (il più grande produttore americano di fuel cell, fornitore
Nasa e partner del programma spaziale americano) alimentazione
a idrogeno con potenza massima 75 kW, potenza continuativa 60 kW
e tenzione nominale 200 VDC Alimentazione: idrogeno Capacità
bombole (n.9): 1.260 litri Autonomia:
200 km Sterzo: idroguida ZF 8098 Impianto frenante
(di servizio e di soccorso): asse ant. con impianto pneumoidraulico
- asse post. con impianto pneumatico. Il veicolo è equipaggiato
con il dispositivo ABS ed il dispositivo ASR Impianto frenante
di stazionamento: di tipo meccanico su asse posteriore (freno
a molla) Pneumatici: 275 /70 R 22,5 Rampa per accesso
disabile: numero 1 (di tipo elettrico)
...E
OGGI ?
Dopo il periodo olimpico del
2006 non si è più parlato dell'autobus ad idrogeno torinese (ufficialmente
dal 2007 non ha più circolato su strada); non sono noti i motivi
che hanno portato alla conclusione della sperimentazione, forse
i costi di gestione troppo elevati e la mancanza di fondi hanno
portato il Comune di Torino verso altre scelte di carburanti alternativi
(infatti le scelte dell'epoca hanno dato vita alla flotta di autobus
a metano più grande d'Italia). Comunque dopo la conclusione
della sperimentazione, H001 è stato rimessato al Museo "A come Ambiente"
di Torino per un lungo periodo, (come
evidenziato le quattro fotografie del 31 gennaio 2010); attualmente
(luglio 2014) è accantonato presso il deposito
GTT Gerbido.
N.B. Per dovere di cronaca riportiamo una notizia - che evidenziamo in rosso - riguardante l'autobus ad idrogeno tratta dal quotidiano "La Repubblica- Ed.Torino" del 13 febbraio 2010.
UNA CENTRALE IDROELETTRICA IN CITTA' DARA' L'IDROGENO AGLI AUTOBUS GTT Inaugurata all'Environment Park in un canale sotterraneo del Cinquecento
Una centrale idroelettrica nel bel mezzo della metropoli. L'idea è venuta all'Environment Park e da ieri è diventata realtà. L'impianto è stato inaugurato ed è ufficialmente entrato in funzione, permettendo così al parco tecnologico di via Livorno di soddisfare l'80 per cento delle proprie esigenze energetiche grazie all'acqua della Dora Riparia. Caratteristica che lo rende il primo sito industriale di Torino a essere totalmente "carbon free", cioè indipendente dalle fonti energetiche derivate da carbone o petrolio. L'idea di base è semplice. L'Environment Park sorge in un'area che cinque secoli fa era ricca di opifici militari e quindi di canali. Gli stessi che a inizio Novecento servivano per raffreddare i metalli delle Ferriere Piemontesi. Così i tecnici del parco tecnologico hanno pensato di recuperare uno di questi corsi d'acqua sotterranei, il Meana, e hanno installato una turbina in coincidenza di un salto di alcuni metri. Così una parte del flusso della Dora viene deviata nel canale di origini cinquecentesche, attraversa l'Environment Park, passa nella turbina e viene poi restituita al fiume in corrispondenza dell'area del futuro parco Dora. Risultato: 3,8 milioni di kilowatt ora di energia elettrica pulita, una quantità sufficiente a garantire i consumi di un migliaio di famiglie. Corrente che alimenterà i 35 mila metri quadrati di uffici e laboratori di via Livorno, ma non solo: "Servirà anche - annuncia il presidente del parco, Mauro Chianale - per fornire il distributore di idrogeno che installeremo a breve e che diventerà il punto di rifornimento degli autobus GTT che funzionano grazie a questo vettore di energia". Terminati i lavori per la centrale elettrica, durati due anni, le ruspe sono già al lavoro per realizzare il Parco Dora: "Così - spiega l'assessore comunale all'Ambiente - Roberto Tricarico - ricuciremo il centro e la periferia, due parti della città un tempo separate dalla massiccia presenza di fabbriche. L'area verde che vi nascerà sarà comunque ispirata al recupero degli elementi industriali: rimarrà la ciminiera e verrà creato un percorso di archeologia dell'industria per ricordare la città del lavoro. I lavori finiranno entro il 2011, in tempo per I 150 anni dell'Unità d'Italia". Ma la centrale dell'Environment Park potrebbe essere solo l'inizio di una conversione della città all'energia idroelettrica: "A Vercelli - racconta l'assessore regionale all'Innovazione Andrea Bairati - stiamo studiando una miniturbina in grado di sfruttare i salti d'acqua di pochi centimetri che si creano tra le risaie. Allo stesso tempo con la SMAT, la società che gestisce le acque della città, stiamo monitorando tutti i salti presenti lungo la rete idrica e stiamo valutando la possibilità di applicarvi questi impianti mini-hydro".